Questa conferenza-concerto, creata per il I Congresso “Bach e l’Italia”, promosso dall’associazione JSBach.it a Novembre 2020, nasce a causa di uno di quei casi fortuiti che accompagnano gli incontri più fruttiferi.
A marzo di quello stesso anni ci siamo infatti imbattuti in due affermazioni che hanno attirato la nostra attenzione: sia Robert Marshall, sia Barthold Kujiken ritengono che BWV1035 sia la sonata per flauto di Bach padre scritta nello stile più moderno. Se consideriamo, come fanno gli autori, “moderno” per l’epoca lo stile italianizzante, possiamo chiederci in che misura e in che modo BWV 1035 si distanzi dalle altre sonate per flauto dello stesso compositore e in che misura e modo egli possa aver attinto dal linguaggio italiano.
Analizzando le sonate per flauto di Bach padre e confrontandole con quelle per lo stesso organico di Vivaldi abbiamo scoperto che seppure Bach non viaggiò mai in Italia, il nostro Paese arrivò spesso da lui, sotto forma di personaggi, scritti e manoscritti musicali che trovarono un terreno fertile e una mente aperta ad assorbirne il bello senza lasciarsi troppo cambiare.
Il concerto guida il pubblico verso questa scoperta fra ascolti e letture.